Mausoleo d’Augusto. Siamo ancora fermi al Palo!

Le scuderie di Augusto verranno ricoperte.
Le scuderie di Augusto verranno ricoperte.

Si pensava d’essere vicini all’inizio del restauro, ma all’apertura delle offerte delle imprese concorrenti si e’ scoperto che molte fra queste erano troppo basse.
Il bando e’ da rifare!

Restauro Mausoleo Augusto: offerte irregolari, salta appalto

Articolo del 18 Agosto 2014.

Voglio scrivere questo articolo in italiano, non in inglese, perché i panni sporchi li dobbiamo lavare in casa.

Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto spirò duemila anni fa – il 19 agosto del 14 dopo Cristo – a Nola, in Campania, nelle braccia di sua moglie, Livia Drusilla e del suo figlio adottivo ed erede, Tiberio. Aveva 75 anni. Augusto volle morire nella stessa camera dove era morto suo padre, Gaio Ottaviano, quando lui era un bambino di 4 anni. Evidentemente il suo genitore non lo aveva più scordato. A partire dalla sua vittoria contro Antonio e Cleopatra ad Anzio del 31 a.C. non aveva più fronteggiato seri contendenti al potere supremo. Era stato molto prudente, attento, fortunato e il potere lo aveva mantenuto con discrezione, non con la sprezzante ostentazione tipiche del suo padre adottivo e prozio, Giulio Cesare.

I 2000 anni della sua scomparsa verranno celebrati in tutto il mondo, anche in Italia. Ma l’Italia perderà una grossa occasione per accendere i riflettori sui propri favolosi tesori culturali che tutti ci invidiano. L’attenzione verrà piuttosto focalizzata sulle nostre pecche, sulla nostra disorganizzazione e sulla nostra litigiosità. Mentre il sindaco Marino polemizza con il Foreign Office britannico perché questo ha messo in guardia i turisti in vista alla Città Eterna di fare attenzione al portafogli – quasi che questi avvertimenti siano dovuti a sentimenti anti-italiani invece che a segnalazioni di scippi e di borseggi – assisteremo allo spettacolo indegno di chiusure, di mancanze e di ritardi.

Solo l’Ara Pacis – rimessa insieme 75 anni fa per celebrare la nascita di Augusto – sarà visitabile. Anche una parte della Domus Augustea sul Palatino sarà accessibile ai visitatori – una delle sue sale ha degli splendidi affreschi originali – questa fu la modesta abitazione che Augusto acquistò dagli eredi di Quinto Ortensio e nella quale poi abitò.

Bene fin qui. Ma passiamo ora ai punti dolenti. Il Mausoleo d’Augusto – la sua tomba – resterà chiusa perché  non si è riusciti a racimolare i 4 milioni di euro necessari per restaurarla in tempo. 4 miseri milioni di euro! Sarebbe bastato organizzare un accorto sistema di emissioni dei biglietti d’entrata e si sarebbero potuto agevolmente raccogliere i fondi necessari, bastava andare da una banca forniti dei necessari nulla-osta e questa avrebbe visto l’affare e tirato fuori i soldi necessari. Sarebbe bastato un po’ d’impegno e di fantasia, tagliando le pastoie burocratiche. Questo imponente mausoleo, ormai un rudere, si trova in Piazza Augusto Imperatore, nel mezzo di quello che fu il Campo Marzio. Ha le dimoensioni di un campo di calcio, e proprio lì furono deposte le ceneri di molti dei parenti di Augusto, sia di quelli che lo precedettero che di quelli che lo seguirono: Marcello, Marco Agrippa, Druso, Ottavia Minore, Gaio e Lucio, Poppea, moglie di Nerone e tanti altri. Era sormontato da una statua bronzea di Augusto che venne fusa nel medievo e, all’entrata, stavano due obelischi egizi. Oggi uno si trova in Piazza dell’Esquilino e uno di fronte alla Basilica di Santa Maria Maggiore. La sua struttura fu diroccata al tempo della invasione dei Visigoti e poi usata come fortezza dei Colonna. Un parziale recupero fu tentato nel 1930 – vi si tenevano dei concerti – ma oggi è ridotto a una latrina a cielo aperto, usata da barboni e da immigrati clandestini.

Altra notizia triste di questi giorni: le scuderie fatte costruite da Augusto per alloggiare i cavalli che garaggiavano al Circo Massimo – scoperte sotto a Via Giulia nel 2009 – e descritte dalla stampa come una scoperta straordinaria – verranno nuovamente sepolte poiché mancano, anche in questo caso, i soldi necessari per restaurarle. Si era pensato all’inizio di sistemarle giusto per il 19 agosto 2014, ma avendo miseramente fallito, l’unica alternativa è di ricoprirle di tessuti impermeabili e poi ri-seppellirle, sperando che in futuro, disponendo di fondi, si decida di riscavarle. Lo stesso triste fato attende la tomba di Marco Nonio Macrino, un generale di Marco Aurelio nativo di Brescia, scoperta pochi anni fa a Saxa Rubra. E’ una tomba di grande ricchezza che viene da molti considerata come la sepoltura del vero Gladiatore, interpretato da Russell Crowe nell’omonimo film. Anche questa sta per essere ricoperta di terra, nonostante la grande disperazione degli archeologi che ci lavorano, solo perché mancano i 2 milioni di euro necessari per la sua sistemazione.
In quanti avrebbero pagato per visitare la tomba del Gladiatore? Io credo centinaia di migliaia di turisti da tutto il mondo, e a 20 euro a testa ne bastavano 100.000!

Mi chiedo cosa il Ministro per i Beni Culturali e il Turismo, Dario Franceschini, abbia da dire in proposito. Franceschini fa parte di un partito che chiese le dimissioni di un suo predecessore per via del crollo d’un muro a Pompei e, nonostante il fatto che siede da poco su quella poltrona, non puo’ chiamarsene fuori. Avrebbe dovuto muoversi prima, urlare, lamentarsi, intenarsi ai ruderi o meglio ancora avrebbe dovuto studiare delle alternative per trovare i fondi. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha la sue responsabilità ma la gran parte della colpe ricadono proprio sul Ministro Franceschini e sui suoi immediati predecessori, Massimo Bray e Lorenzo Omaghi, e stendiamo un velo pietoso su Giancarlo Galan e Sandro Bondi, pure loro incompenti e disinteressati al proprio lavoro. La scusa della mancanza di fondi è, appunto, solo una scusa. Bastava muoversi per tempo, bastava prepararsi. Che vergogna, e che fatica essere italiani.

 

 

 

10 commenti su “Mausoleo d’Augusto. Siamo ancora fermi al Palo!”

  1. Riporto un articolo appena apparso nella Nuova Sardegna:
    http://lanuovasardegna.gelocal.it/nuoro/cronaca/2014/08/12/news/annuncio-choc-del-presidente-il-museo-etnografico-chiude-1.9749549
    “NUORO. Qualche giorno fa il grido di allarme del museo Nivola a Orani, ora quello dell’Istituto etnografico. La Regione taglia i fondi al proprio ente che più di ogni altro si occupa di cultura legata alle tradizioni popolari, e fa saltare tutte le manifestazioni che l’Isre aveva in programma da qui alla fine dell’anno: il Festival del cinema etnografico (Sieff), che si sarebbe dovuto tenere a Nuoro dal 22 al 27 settembre, ma anche il workshop, previsto dal 15 al 20 settembre, riservato a 5 giovani antropologi sardi e ad altri 7 provenienti da diverse nazioni.
    Saltano anche la Giornata Deleddiana del 10 dicembre, i seminari di approfondimento e il concorso di antropologia visuale Avisa dedicato ai giovani cineasti sardi. Non basta. C’è di più, almeno a sentire il presidente dell’Isre, Bruno Murgia, che ieri ha dato la notizia con un’email a giornali e tv: dal primo ottobre chiudono anche tutti i musei che fanno capo all’istituto: il Museo Etnografico, uno dei più visitati della Sardegna, il Museo della Casa Natale di Grazia Deledda e quello dedicato alla “Collezione Cocco”, nella Cittadella dei Musei, a Cagliari. Insomma, l’Isre sbaracca.”

    B39 sta organizzando il writing retreat della City University of Hong Kong in Sardegna per la prima settimana di Ottobre, in onore di Grazia Deledda. Troveremo chiusi i piu’ importanti musei, gia’ calendarizzati? Non ho cuore di fare alcun commento, l’amarezza monta come una marea. Di quale banda di incompetenti siamo dunque prigionieri?

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  2. bravissimo! Approvo con mente e cuore. Un tempo, il regime del “Male assoluto” rievocava il tempo glorioso della Roma antica e lo riproponeva come modello futuro agli italiani; ma quel regime fu accusato d’aver proposto agli italiani una “romanità di cartapesta”. Quegli acusatori, e tu lo dimostri egregiamente, ci hanno regalato e ci stanno imponendo tuttora una “democrazia di cartapesta” che copre a malapena un regime di “corrotti e d’incapaci” a tutto campo (da sinistra….a destra).

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  3. Ma! È vero che basterebbe poco per far rinascere, o meglio, riscoprire le bellezze e i fasti dell’epoca antica o romanica, purtroppo coloro che si sono avvicendati al ministero dei beni culturali mancavano totalmente di cultura e di intelligenza, dico intelligenza perché non sanno valorizzare neanche quello che sta sotto gli occhi di tutti, penso che probabilmente il loro titolo di studio è stato conseguito come quello del “trota” Bossi.
    Ma a parte queste considerazioni, mi preme molto di più sottolineare il fatto che oggi come oggi sarebbe molto più importante dare la dovuta attenzione a quanto sta succedendo nel mondo, e cioè; ai fatti del medio oriente, dell’Iraq, della Siria, dell’africa con i seguaci di Boko Aram, ai gruppi estremisti dell’Isis ecc.
    E’ necessario che siano formati uomini politici che non guardino solo ai propri interessi o al partito, ma abbiano una visione più ampia, che sappiano distinguere il vero bene comune e lo cerchino continuamente, che ognuno cerchi dentro di sé la voce della coscienza e mettano in pratica l’amore, quello vero e non solo quello materiale o dei sensi, in pratica diano ascolto alle parole di papa Francesco quando facendo un appello anche ai membri della Chiesa dice che oltre a predicare la pace e la povertà, siano i primi a praticarla……ciao René
    Sinceramente non mi vergogno di essere Italiano anche se vengono dimenticati certi anniversari.

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  4. CENTRATO IN PIENO!

    E che dire delle polemiche che vi sono oggi per la

    proposta di PORTARE i bronzi di Riace a Milano per l’Expo, con

    il quasi lavarsi le mani del nostro ministero ad hoc che demanda la

    decisione ad una nulla osta di una commissione, con il non sapere

    se siano nella condizione di potere avere garanzie di incolumità…. e quant’altro!

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  5. A quanto pare abbiamo avuto la stessa reazione ed indignazione, per non dire rabbia e tristezza! Proprio l’altro giorno, dopo aver letto l’articolo sulla Repubblica riguardo alle scuderie sotto via Giulia, tra l’altro una delle vie più belle di Roma, spesso lasciamo deteriorare ciò che permetterebbe all’Italia di saldare il nostro debito nazionale.

    Porto sempre a paragone la Francia e la Gioconda. I francesi hanno un decimo del nostro patrimonio culturale, (di cui la meta’ trafugato da Napoleone), ma sono riusciti a far diventare La Monnalisa uno dei dipinti più famosi al mondo, icona d’arte e di conseguenza a fare il Louvre uno dei musei più visitati al mondo. Mi ricordo che appena sono entrata ho notato come tutto era centrato appunto su quest’unico dipinto.

    Noi, Italia, custodiamo tesori molto più grandi e importanti a partire da Pompei che ho visitato ben due volte. E’ l’unico sito al mondo dove si può passeggiare sul selciato di una città cosi antica e cosi ben mantenuta. Dico l’unico al mondo! Cosa dire di Roma, in tutti i miei anni di vita romana, sono riuscita a visitare La Domus Aurea solo una volta, perché, o per un motivo, o per un altro e’ spesso chiusa al pubblico. Esperienza quasi mistica, ancora ricordo la biblioteca di forma poligonale, ora scarna di tutti gli stucchi e affreschi, ma ancora conserva la magnificenza dell’antica Roma. Io poi ho un rapporto particolare con il Mausoleo di Augusto che hai citato, perché ci passavo davanti quasi tutti i giorni durante i miei anni di università quando andavo da una sede all’altra di architettura. E come dici tu era ed e’ tuttora un rudere abbandonato a se stesso. Ho aspettato invano che arrivasse, prima o poi un restauro. Mi appariva come un vecchio stanco abbandonato al suo destino!
    Purtroppo noi Italiani non siamo riusciti a capire il valore della nostra storia e dell’influenza ed importanza che essa ha avuto nel mondo.
    Sono stata sempre convinta che siamo seduti su di una miniera d’oro, ma l’ignoranza ormai e’ troppo diffusa e rende le persone cieche alla bellezza. Condivido ogni singola parola del tuo articolo.

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  6. Riceviamo e pubblichiamo: Oggetto: Precisazione Presidente ISRE

    Sento il dovere di fare alcune precisazioni in merito alla dichiarazione dell’Assessore Firino sulla vicenda dei finanziamenti all’ISRE, apparsa questa mattina sulla organi di stampa. Intanto sono convinto che da parte dell’Assessorato e della Giunta attuale non ci sia stato alcun atteggiamento punitivo nei confronti dell’Istituto. D’altra parte la stessa Giunta ha espresso un giudizio largamente positivo sull’attività svolta dall’Ente nel 2013, come risulta dalla delibera della Giunta del 25 giugno 2014, n. 23/12, e sulla sua capacità di spesa. Ma soprattutto ritengo necessario precisare quanto segue in ordine alla mancata attività programmatoria: sul contributo ordinario per il 2013 l’ISRE ha subito una decurtazione di un milione di euro, (circa il 30% in meno rispetto al 2012) che ha messo l’Istituto nelle condizioni non poter programmare alcuna attività. Il Consiglio Regionale con la legge 26 luglio 2013, n. 8, ha riattribuito all’ISRE la cifra decurtata di un milione di euro ripristinando in sostanza il contributo del 2012. Per l’adozione della variazione di bilancio conseguente al nuovo quadro finanziario l’Istituto ha atteso la ricostituzione del nuovo Collegio dei Revisori avvenuta con DPGR n. 123 del 19 settembre 2013. La delibera di variazione, la n. 8 del 27 settembre 2013, citata, è diventata esecutiva in data 4 novembre 2013. Circa i trasferimenti delle risorse relative ai contributi, al 31 dicembre 2013, è stato disposto il pagamento di complessivi euro 1.792.506,64: poco più del 50% del contributo assegnato all’Ente. Del milione di euro ripristinato sono stati di nuovo decurtati 500.000,00 euro in conseguenza delle restrizioni del patto di stabilità. Questo lo scenario istituzionale, amministrativo e finanziario nel quale l’Ente si è trovato a operare nel 2013. Riassumendo, per buona parte del 2013 l’ISRE è rimasto senza organi di governo: fino a maggio senza Consiglio d’amministrazione, che appena insediatosi ha immediatamente nominato il Comitato tecnico scientifico, cui spetta la programmazione delle attività dell’Ente; fino a settembre senza Revisori dei Conti, ciò che ha determinato l’impossibilità di approvare il conto consuntivo del 2012 nei tempi ordinari. Di fatto l’Ente ha potuto governare le risorse del bilancio 2013 quando l’anno era pressoché finito e dunque non ha avuto la possibilità di programmare le attività, e di impegnare correttamente le risorse. All’origine delle difficoltà attuali dell’Ente c’è dunque un grave ritardo nella ricostituzione degli organi di governo. Ho sentito il dovere di rappresentare la reale situazione finanziaria dell’Istituto che presiedo: sostanzialmente chiediamo che l’Assessore e la Giunta, anche nel quadro delle attuali direttive del governo regionale in tema di politiche per la cultura, individuino le modalità di ripresa delle attività di un Ente virtuoso e riconosciuto internazionalmente per la qualità della sua attività museale e di ricerca demoetnoantropologica e visuale. In questa ottica restiamo a disposizione per tutti gli approfondimenti necessari.

    Bruno Murgia
    Presidente dell’ISRE
    Istituto Superiore Regionale Etnografico
    Via M. Papandrea, 68 – 08100 Nuoro

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  7. ‘E Ignazio Marino seppellisce Augusto’

    Di Giuseppe Mele sul Corriere della Sera del 25.08.2014

    Sono molte le firme, soprattutto di orientamento progressista, a stroncare senza pietà la Roma attuale e il suo sindaco Ignazio Marino. Non ci sono di mezzo solo la sporcizia, i rifiuti, la perdita dei bagagli all’aereporto, lo stato dei servizi pubblici e nemmeno l’accusa avvilente sull’incremento di furti e borseggi avanzata ufficialmente dal British Office. No, in questi giorni l’accusa va all’amnesia capitolina e italiana, sul bimillenario della morte di Ottaviano Cesare Augusto, primo imperatore romano.

    “Così Roma perde la grande occasione”, “Allagato il mausoleo di Augusto nel giorno bimillenario”, “Si ripulisce dai rifiuti il mauseoleo in vista delle visite”, “Uno Stato litigioso e arcaico ha tenuto fermi i lavori di restauro dal 2006 ad oggi”, “Il bimillenario di Augusto snobbato. Tre visite e un allagamento”, “Le Scuderie di Augusto ingoiate dal maxiparcheggio nel cuore di via Giulia”, “Augusto, dopo due millenni esatti fa acqua”. Le stesse voci, insospettabili di qualunque nostalgia politica, non esitano a rimarcare: “Nel 1937 a duemila anni dalla nascita dell’imperatore, Mussolini portò a Roma un milione di visitatori. Oggi 90 in tre visite prenotate di mattina, poi pausa pranzo e stop”.

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