Il Film Green Book e Jesse Owens

 

1936 Le Olimpiadi di Hitler

Il bel film “Green Book” che viene proiettato nella sale cinematografiche italiane ci mostra cos’era la segregazione razziale negli Stati Uniti nei primi anni sessanta. Immaginate cosa doveva essere negli anni ’30! Per capirlo basta leggere il libro recentemente edito dalla Gingko Edizioni, John R. Webb “1936. Le Olimpiadi di Hitler. I Fatti” perché ci mostra cosa davvero accadde a Jesse Owens, vincitore di 4 medaglie d’oro. Non solo Hitler gli strinse la mano e gli sorrise ma gli fece avere una propria fotografia autografata. E, secondo il grande giornalista sportivo Siegfried Mischner, Owens in segno di riconoscenza, avrebbe tenuto una fotografia di Hitler nel proprio portafoglio, come una sorta di santino, per ricordare i suoi giorni gloriosi di Berlino. Mischner scrisse che ancora nel 1960 Owens cercava di convincere i giornalisti a raccontare la verità. Mischner scrive che: “La foto fra Hitler e Owens venne presa dietro le quinte del podio d’onore e quindi non fu diffusa dalla stampa ufficiale. Ma io ho visto Hitler stringere la mano a Owens.” Non fu l’unico a vedere quella stretta di mano, anche l’asso della caccia della marina britannica e pilota collaudatore, Eric Melrose “Winkle” Brown, CBE, DSC, AFC, Hon FRAeS, RN (1919-2016) afferma in televisione che vide quella stretta di mano, e il video con questa sua affermazione è visibile ancor oggi su YouTube: (https://www.youtube.com/watch?v=8sK0mZnBx94).
Owens affermò d’essere stato trattato meglio in Germania che negli Stati Uniti, dove i negri restavano sottoposti a segregazione e dove vigevano leggi razziali che, ironia della sorte, furono usate dai nazisti come falsariga per attuare le proprie politiche razziali contro agli ebrei.

Jesse Owens nacque il 12 settembre 1913 a Oakville, in Alabama, ma poco tempo dopo la sua famiglia emigrò nell’Ohio, portandosi dietro i loro nove bambini. Morì nel 1980, all’età di 66 anni e, come avvenne spesso durante la sua vita, anche l’occasione della sua morte fu sfruttata dalle principali reti televisive e dai media del mondo per divulgare le vecchie inesattezze che avevano sempre raccontato.
In realtà Owens fu acclamato dai berlinesi e con lo stesso entusiasmo riservato agli atleti tedeschi. Lui stesso disse che, in un’occasione, mentre era allo stadio, arrivò Hitler: “Quando passai davanti al Cancelliere, egli s’alzò, facendo un cenno di saluto nei miei confronti e io gli restituii il saluto.” Il presidente Roosevelt, invece, si rifiutò d’incontralo, una volta rientrato in patria e dunque mai gli strinse la mano. Solo nel 1955 il presidente Dwight D. Eisenhower riconobbe i suoi successi, nominandolo “Ambasciatore dello Sport.”

Disse poi che. “Non fu Hitler a snobbarmi, ma fu il mio presidente, Roosevelt.”

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