Il lato oscuro di Ischia nel libro di Massimo Coppa

Il giornalista ischitano Massimo Coppa ha da poco licenziato un libro avvincente e ben documentato che raccoglie vari saggi sui misteri della sua bella isola. Il titolo è i Misteri di Ischia (Terreni e Ultraterreni). Enigmi, suggestioni ed inquietudini dell’Isola Verde. Sulla copertina si trova il celeberrimo quadro di Alfred Böckling L’Isola dei Morti che aveva affascinato Lenin, Hitler e tanti altri e che fu ispirato all’artista svizzero proprio dal Castello Aragonese di Ischia. Massimo aveva collaborato con Giacobbo per una trasmissione Rai relativa proprio all’isola, in particolare la leggenda della terra cava un argomento sul che lui studia da decenni. L’autore pubblica articoli sia sulla stampa locale che sul suo seguitissimo blog, dove troviamo questo suo autoritratto: Un magnifico perdente con un grande futuro… alle spalle. Totalmente inadeguato ad ogni logica di interesse, disprezzo il potere ed il denaro. Sono anticapitalista ed antiborghese. Datemi una causa persa e la farò mia. Tutta la vita controvento. Nemico giurato dell’ipocrisia, dico le cose in faccia. Per una questione di principio andrei all’inferno e, più di una volta, ci sono davvero andato Il suo libro, scritto con piglio giornalistico, è molto avvincente ed è stato diviso in due parti distinte: la prima intitolata Misteri Terreni e la seconda Misteri Ultraterreni. Gli argomenti trattati dall’autore sono davvero vastissimi. Si parte da un sottomarino nucleare sovietico (forse) affondato nel Golfo, per passare a misteriosi omicidi o suicidi, passando per gli intrighi internazionali di Kim Philby, Guy Burgess e Donald Maclean, che furono in contatto con un celebre residente ischitano: il grande poeta W. Auden. Nella sezione sovrannaturale del libro s’indaga su apparizioni della madonna e sul morboso interesse mostrato da mistici nazisti per quest’isola. Il capitolo che mi ha più impressionato è stato quello che riguarda un tragico incidente avvenuto il giorno 8 marzo 1947, quando un aereo militare inglese, un Dakota 4, proveniente dal Cairo e diretto a Londra, si fracassò sul Monte Epomeo, nel territorio di Serrara Fontana. Morirono tredici persone, cinque membri dell’equipaggio e otto passeggeri, fra i quali un bimbo di due anni. Il giorno dopo l’impatto alcuni locali, mai identificati, spogliarono i cadaveri e portarono via vestiti e bagagli; pare addirittura che a qualcuno tagliarono le dita delle mani per portargli via gli anelli. Ebbene questi disumani fatti furono rimossi dalla coscienza collettiva ischitana, con le autorità che ancora la negano, ed è un grosso merito di Massimo di aver riportato alla luce questa vergogna, ricevendo in cambio, invece di gratitudine seguita alle scuse ai discendenti di quei poveretti, minacce e critiche. Eppure il caso costruito da Massimo è solido come una roccia, essendo andato a intervistare alcuni vecchi testimoni oculari, che giunsero sul monte assieme a dei militari britannici e carabinieri, dopo che lo scempio fu compiuto. Questo è un libro istruttivo e avvincente – che andrebbe tradotto anche in inglese, a beneficio delle migliaia di turisti stranieri che visitano l’isola – e siamo certi che continuerà a essere ristampato e letto negli anni venturi.

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