La rovinosa caduta di Donald Tsang, secondo Chief Executive di Hong Kong

Donald Tsang e sua moglie Selina
Donald Tsang e sua moglie Selina

Donald Tsang Yam-kuen, 72 anni (in cinese: 曾蔭權), secondo governatore di Hong Kong dopo l’handover alla Cina, del 30 giugno 1997, è stato arrestato ieri pomeriggio, 20 febbraio 2017.  Al termine d’una udienza in tribunale nella quale si dibatteva se fosse colpevole di corruzione, giunto il verdetto è  stato subito ammanettato e portato via su un furgone blindato della polizia. Vengono in mente le parole di Michel de Montaigne, il quale scrisse che per giudicare se un uomo ha avuto una vita fortunata bisogna attendere la sua morte.

Lo hanno ammanettato e trasportato nella prigione di massima sicurezza di Laichikok, dove gli era stata data una uniforme, sequestrati tutti gli oggetti personali ad eccezione di una Bibbia e gli è stata fatta una radiografia, che sostituisce l’ispezione rettale.
Si è poi sentito male e, alle 21 e 25, è stato scortato all’ospedale Queen Elisabeth per accertamenti, dove ha passato la sua prima e inquieta notte da galeotto.
Domani saprà quanti anni dovrà passare dietro alle sbarre, in quanto i 9 giurati popolari lo hanno ritenuto colpevole di cattiva condotta di primo grado in ufficio pubblico poiché ha tenuto nascosto un suo conflitto d’interesse.
Visti i precedenti legali, in pochi sperano in una sentenza di trasferimento ai domiciliari o in una sospensione per 3 anni della sentenza e ormai rischia un massimo di 7 anni di detenzione.
Crediamo che alla fine ne riceverà 3-4 anni, in considerazione del suo impeccabile passato di servitore dello Stato e per via del gran numero di lettere richiedenti clemenza inviate al giudice, da amici e da vecchi oppositori politici.
La sua colpa è di essersi fatto sistemare un appartamento di lusso che aveva acquistato a Shenzhen, in Cina, non pagando il conto per i circa 600.000 euro che quei lavori extra erano costati. Queste spese sono un regalo fattogli da un magnate cinese, Bill Wong Cho-bau, maggiore azionista in una società di telecomunicazioni, la Wave Media, che si vide approvate tre licenze di trasmissione, proprio grazie all’interessamento di Donald Tsang e dei suoi ministri.
Il suo calvario non finirà con questa sentenza attesa per domani e al possibile appello: dovrà passare attraverso un nuovo processo accusato di malversazione per aver accettato un illecito vantaggio derivante dal fatto sopra riportato, poiché la giuria non ha raggiunto un accordo su questo cavillo.

Considerando la magnitudine di quanto accade a Hong Kong e nel mondo, queste accuse paiono triviali, soprattutto se messe in relazione al danno che causeranno all’immagine di Hong Kong a livello internazionale.
L’editorialista del South China Morning Post, Jake Van Der Kamp, in un suo acuminato articolo pubblicato oggi ha puntato il suo dito accusatorio contro l’attuale ministro della giustizia, Rimsky Yuen, il quale, nel 2015 dopo aver ricevuto un rapporto dalla ICAC (la commissione indipendente contro la corruzione) avrebbe dovuto trovare il coraggio di archiviarla, in quanto fatto triviale e quasi frivolo. Ma non ebbe il coraggio di farlo, o forse non lo volle fare per motivi politici, passando la palla ad altri. Dopo vari rimpalli, l’immaginaria sfera di cuoio è finita in tribunale e il giudice e la giuria – dato che la legge non è un asino –  non potranno far altro che applicare le dure leggi esistenti, che, ironia della sorte, furono rafforzate proprio durante l’amministrazione di Donald Tsang.

Donald Tsang è nato nel 1944 in Hollywood Road, in una Hong Kong occupata dai giapponesi, figlio di un poliziotto. Studiò dai gesuiti e poi ad Harvard; passando per la Asian Development Bank e, senza aver santi in paradiso, scalò l’amministrazione civile ancora controllata dai britannici. Fu ministro delle finanze in un momento molto delicato e infine fu Hong Kong Chief Executive, ovvero governatore, dal 2005 al 2012. Un suo fratello più giovane è stato capo della polizia e sua sorella siede nel consiglio della Standard Chartered Bank

A Hong Kong Donald Tsang è noto come Tsang farfallino per via del fatto che, invece della cravatta, ha sempre avuto un debole per i papillon di seta. Certamente l’uso di questo accessorio maschile ormai demodé deve aver nociuto alla sua immagine.
Alcuni studiosi di psicologia applicata al costume sostengono che l’uso della farfalla, invece che della cravatta, induce la gente a pensare che chi la porta sia una persona poco schietta.

 

Condanna passata il 22 febbraio 2017

20 mesi.

Una fine vergognosa per un uomo per un funzionario che ha fatto moltissimo per Hong Kong. Nel passare la sentenza il giudice Andrew Chan ha commentato: “Nella mia carriera non ho mai visto un uomo cadere da una cosi’ grande altitudine.”

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