Una trasmissione inguardabile quella di Report di ieri sera 27 ottobre 2024. Piena di insinuazioni, pettegolezzi e di stalking giornalistico. Era stata propagandata sulle reti Rai come un asteroide che avrebbe spazzato via i dinosauri, ma questi stanno ancora lì e se la ridono del barbuto e sedicente giornalista romano.
Un maestro della televisione come Aldo Grasso sul Corriere della Sera scrive questo di Report:
Giuli e i presunti scoop di Report: tanto rumore per nulla, questo non è servizio pubblico
di Aldo Grasso
La tanto strombazzata inchiesta del programma di Rai3 in realtà non ha svelato niente di nuovo
La tanto pubblicizzata inchiesta di Giorgio Mottola sulla gestione del Maxxi di Roma durante la presidenza dell’attuale ministro della Cultura Alessandro Giuli e del suo ex capo di gabinetto Francesco Spano è stata preceduta da un servizio scolastico di LAB Report (una sorta di scuola di giornalismo «duro e puro» per cronisti «indipendenti e coraggiosi») su una riserva naturale di Vasto e poi da un’ottima ricostruzione di una «strage nascosta»: il naufragio di Roccella Jonica, dove sono morti 75 migranti, passato sotto silenzio per evitare un altro «effetto Cutro». Bisognava creare l’attesa. Ma eccoci al «colpo grosso» di «Report» di Sigfrido Ranucci (Rai3).
Il servizio che nelle intenzioni degli autori avrebbe dovuto spingere il ministro Alessandro Giuli alle dimissioni inizia con una intervista a Rainaldo Graziani, fondatore di Meridiano Zero, che lo descrive come «una figura brillante». Trascorsi di cui Giuli ha già parlato in articoli passati. A questo si aggiunge anche il riferimento a un suo coinvolgimento nella stesura del programma culturale della Lega. Ma davvero Spano, capo di gabinetto del ministro Giuli, ha rassegnato le dimissioni undici giorni dopo aver ricevuto l’incarico per paura dell’inchiesta «Da Boccia a Boccioni»? E poi per cosa? Perché il suo compagno aveva una consulenza al Maxxi, tale da configurarsi come conflitto d’interessi? O c’è altro che esula dal presunto scoop di «Report»? Poi c’è la storia della mostra sul Futurismo affidata a un giornalista del «Tempo» cui il critico d’arte Alberto Dambruoso aveva chiesto il favore di una recensione per segnalarsi al ministro: il racconto era così raffazzonato che era difficile capire dove andasse a parare.
Insomma, la tanto strombazzata inchiesta di «Report» ci conferma che il ministro Gennaro Sangiuliano era un pasticcione inadeguato al ruolo, che Alessandro Giuli, oltre a un passato giovanile in formazioni di estrema destra (fa rabbrividire ma si sapeva) ha una passione per la cultura esoterica (è una colpa?), e che ci sono scontri all’interno di Fratelli d’Italia. Però questo giornalismo sigfridico ricorda molto metodi basati sul «dileggio all’olio di ricino» (copy Giuliano Ferrara).
Se a LAB Report insegnano questi metodi, non si parli di servizio pubblico.