Marisa Benini, la più amata libraia di Verona

La libreria Catullo di Verona (oggi Libraccio) in via Roma, era conosciuta in tutta Italia per i bei libri che vi si vendevano e soprattutto per la “Marisona”, un vero calcolatore elettronico vivente.

 

Marisa oggi
Assieme al suo compagno, Bruno Ghelfi, ricordava titoli e personaggi senza mai sbagliare un colpo. Facile alla battuta colta e alla confidenza, ti faceva subito sentire a casa. Reduce da una pesante caduta da una scala nel suo negozio e dalla perdita di Bruno – che seguiva soprattutto le mostre di quadri che organizzavano nel loro scantinato – anni fa decise di cedere l’attività.
Marisa ieri
Nello scorso mese di gennaio ha compiuto 90 anni, ma è ancora lucida e attiva come negli anni della sua gioventù. Gode di buona salute, salvo un problema alla gamba ma legge libri senza sosta e dai giornali che passa ritaglia tutti gli articoli che pensa siano di interesse per qualcuno.
Due mesi fa aveva trovato un mio libro su Leonardo da Vinci, uscito nel 2019, in una libreria nella quale era passata e si era ricordata di me incaricando la nipote di rintracciarmi.
L’ho rivista qualche giorno fa, dopo dieci anni di assenza e come sempre mi ha regalato tanti ricordi, che in lei sgorgano come una fonte dal suolo, e uno in particolare mi ha colpito.
Prestò un manoscritto di Albertini, il vecchio direttore del Corriere della Sera, a un suo cliente abituale, il Primo ministro Giovanni Spadolini e questo non glielo restituì più, nonostante lo avesse pregato di riportarlo.
Nella sua libreria sono passati Elio Vittorini, Salvatore Quasimodo, Giovanni Comisso, Carlo Bernari, Eugenio Ragni, Alfonzo Gatto, Paolo Volponi, Carlo Cassola, Indro Montanelli, Piero Chiara, Giuseppe Berto, Giorgio Saviane, Alberto Bevilacqua, Roberto Gervaso, Jean Pierre Jouvet, Gino Colombo, Mario Pomilio, Melo Freni, Vincenzo Consolo, Aldo Busi, Tonuti Spagnol, Silvio Pozzani, Arnaldo Ederle, Franco Casati ed altri. Non si contano i pittori con le loro mostre, che gestiva Bruno, fratello del noto gallerista Giorgio Ghelfi e nipote del vescovo Fogolla, trucidato in Cina dai Boxers nel 1900.
Le libraie come Marisa, che leggeva sempre prima di consigliare un cliente, sono ormai in via di estinzione, sostituite da commessi senz’anima che non leggono nulla e da Amazon, e dai suoi algoritmi. Non progresso ma regresso.

5 commenti su “Marisa Benini, la più amata libraia di Verona”

  1. Sono Franca Benini chiedo se qualcuno ha notizie di mia sorella Marisa Benini detta Marisona della quale non ho più notizie, se è ancora in vita, vorrei salutarla

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  2. la Marisona ci risulta viva e vegeta non abità più all’arsenale bensì in Borgo.Roma. Telefoni alla libreria di via Roma, i nuovi proprietari conoscono l’indirizzo. Buine cose

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  3. Mio padre, frequentava la libreria e la galleria, tra il 72 ed il 75 quando, andato in pensione (era ufficiale dell’Esercito ed in quegli anni presiedeva il Tribunale Militare), si stabilì nel Bassanese.
    In occasione di sue visite a Verona, non mancava mai di andare alla storica libreria.
    Anch’io, che vivo in Trentino, la andavo a trovare, quando ancors guidava la libreria.
    Mi dispiacque sapere della morte di Bruno, ma sono lieto di sapere che Marisa stia bene.
    Cercherò di contattarla, e nel frattempo, se lei leggesse questo messaggio, le faccio gli auguri più cari per le festività,
    Enzo Calabresi

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