Romeo Bevilacqua (1908-1958). Un futurista dimenticato.

Ecco un bel quadro preso a Roma due settimane fa. Era in una libreria antiquaria vicina a Montecitorio e veniva indicato come opera di un “artista sconosciuto”.  Stava in una angolo, coperto di polvere, dove lo avevo visto 4 anni fa, sempre nello stesso posto, ma a quel tempo non mi ero deciso a prenderlo. Ora fa bella mostra di se’ nel mio studio.

E’ un olio su tela di grandi dimensioni e rappresenta il volto di una donna, risale ai primi anni ’30.

Ho poi scoperto che si tratta di un’opera di Romeo Bevilacqua (1908-1958), e qui sotto trascrivo una sua breve biografia.

 

Pittore, disegnatore, decoratore e tecnico della ceramica Romeo Bevilacqua, fratello del pittore e ceramista Arimondo, nasce a Firenze il 30 marzo del 1908.
Nel 1919 si trasferisce ad Albisola dove sin da piccolissimo comincia a prendere confidenza con l’argilla.
Appena diciassettenne diviene direttore artistico della manifattura albisolese “
Landa” di proprietà dell’industriale Ernesto Baccino e contemporaneamente segue i corsi di disegno all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.
Tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta apre un piccolo studio privato denominato “
Ars” ad Albisola Capo.
Poco più che ventenne entra a lavorare nella manifattura ceramica albisolese la “
Fenice” di proprietà di Manlio Trucco di cui diverrà, dal 1933 al 1936, direttore artistico.
Nella seconda metà degli anni Trenta, chiamato da 
Tullio e Torido Mazzotti, inizia la sua collaborazione con la “M.G.A.” e, attratto dall’atmosfera modernista che si respira all’epoca nelle manifatture albisolesi, inizia a produrre opere di grande personalità ed estro che espone, insieme ad altri futuristi a varie edizione delle Triennali d’Arte di Milano.
Per la “Mazzotti” realizza opere sia nel tradizionale stile antico Savona che lavori di piccola plastica ornamentale, spesso a carattere caricaturiale, inoltre realizza, su disegni di
Prampolini e Tato alcuni pannelli di piastrelle ceramiche.
Per la “M.G.A.” lavora per oltre dieci anni in un clima di massima libertà creativa realizzando ceramiche futuriste e opere umoristiche e caricaturiali che espone in una mostra personale di grande successo.
Nel 1933 è presente con alcune ceramiche alla I Mostra Nazionale Futurista di Roma e alla Mostra dei Prodotti Artigiani della I Settimana Albisolese.

Nel 1934 partecipa alla Prima Mostra di Plastica Murale di Edilizia Fascista organizzata a Genova da FilliaEnrico Prampolini e De Filippis con la supervisione di Filippo Tommaso Marinetti.
Negli anni tra le due guerre collabora con la manifattura della famiglia Mazzotti e, saltuariamente, con la “
Alba Docilia” di Adolfo Rossellorealizzando lavori che spaziano dal futurismo agli stili tradizionali e antichi.
Dal 1944 torna a lavorare in proprio alla “Ars”.
Negli anni successivi alla seconda guerra collabora assiduamente con la manifattura “
I.A.M.A.” di Giuseppe Giacchino.

R. Bevilacqua, 1929
R. Bevilacqua, 1929


Nel 1953 espone alla Fiera Artigiana di Vicenza una grande anfora dal titolo “Giudizio Universale” nella quale raffigura Leonardo da Vinci nell’atto di separare gli artisti reprobi, seguaci del cubismo e dell’astrattismo, dai seguaci della tradizione.
Muore a Savona il 22 marzo 1958.
Alcuni suoi lavori sono oggi conservati nel Museo Mazzotti di Albisola.

 

 

 

 

 

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