Cuba: anatomia di una rivoluzione

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La rivoluzione cubana fu una vera rivoluzione. Una nuova società fu forgiata. Costituì un evento di proporzioni epocali anche per coloro che sapevano poco di quel paese. Per molti significò scoprire un mondo nuovo. Curiosità, fascino, sorpresa furono provocati dal suo carattere unico. Il dittatore Fulgencio Batista venne rovesciato da una guerriglia rurale e da una rivolta urbana, da un’insurrezione sostenuta dai cubani e condotta da forze che erano sconosciute nel resto del mondo e che non avevano alcun collegamento con il movimento socialista internazionale, o con qualsiasi altra agenzia sovranazionale. Per la prima volta una rivoluzione socialista si verificò nelle Americhe. Per la prima volta le nuove forme di colonialismo furono respinte in modo inequivocabile. Per la prima volta una rivoluzione socialista fu realizzata senza la guida di un partito comunista. Per la prima volta una rivoluzione socialista si attuò in un paese relativamente sviluppato. Per la prima volta il capitalismo dovette affrontare una grande rivoluzione in condizioni di pace nel mondo, anziché in un contesto di guerra generale. Il valore universale della rivoluzione cubana la rende uno dei fenomeni decisivi del nostro tempo.

Nel 1960, sulla scia della rivoluzione che portò Castro al potere, Sweezy e Huberman viaggiarono nell’isola per studiare gli sviluppi in materia di istruzione, nazionalizzazione dell’industria e riforma agraria. Cuba: anatomia di una rivoluzione – che raggiunse un’enorme vendita internazionale – fu il frutto della loro analisi condotta con oggettività scientifica

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