Piccoli dettagli che ti guastano la giornata

‘Ci servono delle nuove caffettiere!’ dice mia moglie con tono prerentorio mentre passeggiamo per Verona. A me quelle vecchie, in puro alluminio, prodotte da un ditta artigiana di Baveno, sul Lago Maggiore, paiono buone abbastanza, ma quando la propria moglie raggiunge una conclusione tanto netta è bene non opporsi frontalmente e accettare subito di scambiare il vecchio con il nuovo. Entriamo alla Coin di Verona, sezione casa e ne usciamo con due piccole caffettiere. Una Alessi ultimo modello per 1 tazza e una Bialetti per 3 tazze. Il loro aspetto e le funzioni speciali ci hanno conquistato. La Alessi è il modello Ossiadiana disegnata da Mario Trimarchi, una linea creata imitando l’omonima scheggia di vetro vulcanico. La Bialetti invece possiede un chip elettronico nel coperchio che le permettere di suonare musica quando il caffè sale. La cassiera ci avverte subito di fare attenzione a non bagnare il chip, un eloquente segno che hanno già ricevuto delle lamentele.

Mettiamo le due caffettiere nel bagaglio e c’imbarchiamo per Hong Kong e, non appena rientarti in casa, corriamo a farci dei caffè per vincere il jet lag. Ma qui cominciano le dolenti note. O meglio di note la Bialetti non ne manda proprio: cambio la batteria, la muovo, ma non c’e’ nulla da fare. Resta muta! E questo non è tutto: il suo becco è stato chiaramente sotto-prorzionato rispetto al flusso e quindi, se non si è super attenti, il caffè scivola sul corpo della macchina e spilla sulla tovaglia. A me questo capita spesso, a prescindere – come direbbe Toto’ – ma che succeda pure a mia moglie dimostra che c’e’ davvero qualche cosa cdi strutturale, che non funziona.

Bialetti muta e sgocciolante
Bialetti muta e sgocciolante

Profondamente deluso mi butto sulla Alessi, ma anche qui abbiamo dei problemi: la caldaia per l’acqua è troppo capiente rispetto al contenitore superiore e dunque tende a tracimare. Insomma bisogna farsi un ristretto ogni volta, se non si vuole allagare il fornello!

Alessi, okkio ai danni dello stilista!
Alessi, okkio ai danni dello stilista!

Non posso fare a meno di pensare a quel che mi dicevano, con un sorriso derisorio, tanti anni fa degli amici tedeschi: ‘Roba italiana, bel design ma… es klappt nicht.’ Non funziona! E il pensare a questo mi fa arrabbiare. Mi chiedo se nelle due ditte sopra citate non abbiano un semplice artigiano – un Mr. Buonsenso – che sappia modificare e mitigare le creazioni dei propri artisti per rendere funzionali i prodotti?

Forse in Italia è davvero morto il buon senso, l’amore per quel che si produce, la voglia di far le cose per bene, per il puro piacere di farlo. Questo, in fondo, lo si capisce da certe piccole cose, anche da semplici machine per il caffè, che per essere prodotte non richiedono certo i calcoli d’un ingegnere della NASA. Forse il dio delle piccolo cose è morto?