Italians are going to vote. Europe holds its breath

Giorgia Meloni

On the 4th of March, Italy will vote to form a new Parliament, and all the polls are indicating that, from the ballots, no clear winner will emerge.
The populist party  5 Stars – an anti-party, anti-establishment movement, born out of the internet revolution, – should get a relative majority but it will be unable to form a government alone and, if it will form one with another party, then, it will betray its founding principle, the pillar on which it had risen.
I am running for the Senate with a center-right coalition formed by Fratelli d’Italia headed by Ms. Giorgia Meloni; by Forza Italia guided by the ‘highlander’ – meaning immortal unless you cut his head – 81-year-old Silvio Berlusconi, and the Lega of Matteo Salvini.
For candidates in the area Asia, Oceania, Africa, the chances of being elected are slim, unless one is an Australian resident belonging to the PD (Democrats of the Left). The PD has full control on the ‘Patronati’ linked to thousand of retired people, seeking their guidance before voting. This is iin clear contrast with our Constitution where at Art.48 if is written that the vote is secret.

Contemporary Italy is in dire straits, assailed by hordes of economic migrants, who refuse to allow the authorities to take their fingerprints on arrival and are without identification papers, and currently with a leftist government which is constantly telling Italians that it is a sign of the times and we should both accept and adapt to it. Well, I am one of those Italians who neither accepts, nor adapts to it.

I regularly write articles, discussing the way in which Hong Kong dealt with the Vietnamese boat people, and how the Australian and Japanese reacted to the chaotic tide of migrants in an orderly manner, then ask myself, why should Italians not be able to do the same?
Another problem is the Euro, the European currency, which cannot function without a full European union, which by now no one wants. When French President Francois Mitterrand wanted to contain German’s economic power, he and his economists thought about a single European currency. C’est magnifique! But with the passing of time, the dream has turned into a nightmare for several countries, including Italy, causing widespread unemployment and deflation.
We are regularly lectured by bureaucrats sitting in Brussels about what we should do with our National debt, and they recommend cutting spending, exactly the contrary of what is needed to revive our economy. With the Euro, our national debt is out of our hands since the Bank of Italy cannot print money and there is no end in sight for such a crisis, with all the corrective measures and tools not functioning. Furthermore, our national sovereignty had been thrown away in exchange for a belated union, and with the Constitution having been steadily compromised by several European treaties.

Au Peuple Français

I nostri cari cugini francesi fra due giorni andranno a votare per eleggere il prossimo presidente. Questa non sarà una votazione come tutte le altre, sarà una votazione decisiva per l’Europa intera.

La Gran Bretagna, la Spagna e il Portogallo sono sempre stati paesi proiettati sulle loro colonie, americane e orientali. L’Italia e la Germania sono paesi giovani, un pot-pourri di stati e staterelli, che s’aggregano e si disgregano.

La Francia, invece, è una grande nazione dai tempi della caduta di Roma e una entità omogenea a partire dal tempo di Charles Martel (646-741) che respinse l’invasione del califfato musulmano, diretta a soggiogare il nostro continente. Inoltre, la cultura francese dei secoli XVI, XVII e XVIII sono la linfa viva e rigogliosa che attraversa la nostra moderna Europa.

La scelta è ormai limitata a due candidati: Emmanuel Macron, un candidato fotogenico, indefinibile e indefinito, proteico, che non ha mai chiaramente espresso idee originali e che non ha mai parlato al cuore della gente comune. Vuole la continuità e si erge a difensore delle leggi, contro l’assalto della destra. Stiano ben attenti i francesi perché Voltaire scriveva: “Les tyrans ont toujours quelque ombre de vertu. Ils soutiennent les lois avant de les abattre”.

Non si è mai ben capito perché Macron abbia abbandonato il partito che lo aveva portato a diventare ministro, per fondarne uno nuovo. Calcolo elettorale? Crediamo di sì, giacché egli esprime idee in assoluta continuità con la linea del Presidente Hollande, il quale aveva dichiarato durante la sua elezione: “Il mio reale avversario non ha nome, non ha volto, non ha partito. Non verrà mai eletto, eppure governa – l’avversario è il mondo della finanza”.

Durante il dibattito televisivo del 3 maggio scorso, Macron si è scagliato con incredibile livore contro Marine Le Pen, ma i media asserviti al mondo della finanza del quale parlava Hollande, lo hanno dichiarato vincitore.
Come un bambino offeso Macron ha dato mandato ai propri legali di querelare Marine Le Pen perché lei ha accennato a un suo conto nei paradisi fiscali.
Che mossa puerile! Un vero uomo di Stato si sarebbe rivolto ai propri elettori non ai magistrati, dichiarando che quella è una falsità, se davvero è una falsità, oppure che esiste ma è vuoto, come dicono i Gesuiti, riferendosi all’Inferno…
Tutto sommato, da uno che ha lavorato per 3 anni alla Banca Rothschild che cosa vi aspettate? Se il conto non lo ha aperto, sicuramente lo ha fatto aprire ad altri, altrimenti che faceva tutto il giorno presso quella banca d’affari, giocava a battaglia navale con i propri colleghi, come il ragionier Filini?

Credo che in pochi si rendano conto che invece di un presidente, i francesi stanno eleggendo un imperatore, o un tiranno a tempo limitato…
L’attuale repubblica francese era stata plasmata da Charles De Gaulle, il quale si attribuì poteri quasi assoluti, che nessun altro presidente, democraticamente eletto possiede, neppure il presidente degli Stati Uniti. Il presidente francese può prendere tutte le decisioni che vuole, in barba al parlamento e ai partiti politici. Il presidente dà il mandato al primo ministro, è il comandante supremo delle forze armate e decide senza l’obbligo di consultazione o approvazione un gran numero di cariche pubbliche, senza che il Parlamento abbia la possibilità di rimuoverlo o porre il veto. In casi di emergenza gli vengono conferito poteri dittatoriali, che prevedono l’uso delle armi nucleari. Un presidente francese usa il primo ministro come una sorta di mandante e assistente, seguendo direttamente la politica estera e la difesa. François Mitterrand, definì i suoi poteri come un “colpo di Stato permanente”.

Ora veniamo a Marine Le Pen.
Come candidato alla presidente in questo momento sembra più adatta per gestire la difficile situazione attraversata dall’Europa. Cominciamo con il dire che qui lei si sta giocando tutto, a differenza di Macron. Crediamo, infatti, che in caso di sconfitta si ritirerà dalla carriera politica alla quale ha sacrificato la propria vita personale, con suoi tre figli e I suoi due mariti. Nei suoi confronti è in atto da tempo un vero e proprio linciaggio, dovuto essenzialmente alle gaffes del padre, con il quale ha da anni rotto i rapporti. Questo equivale a ritenere la Regina Elisabetta II non in grado di governare per via delle libere parole espresse nel corso degli anni da suo marito, il principe Filippo.

Una campagna denigratoria particolarmente virulenta è in atto in questi giorni, con i morti viventi della BBC che titolano: “What makes Marine Le Pen far right?” Ovvero cosa la rende di estrema destra? La loro risposta è il fatto che supporta la Brexit e che dall’età di 12 anni seguiva suo padre…
Il New York Times titola invece: “Marine Le Pen’s Verbal ‘Violence’ in French Debate Shocks Observers” ovvero gli osservatori sarebbero rimasti turbati dalla sua violenza verbale: certo una donna dovrebbe costantemente sorridere e mandar baci anche verso chi la prende a schiaffi. No?

Anche Bernard-Henri Lévy, filosofo di sinistra, ha fatto notare a denti stretti che Marine Le Pen è riuscita a trasformare il FN, in un partito moderno dandogli “un volto umano” ed eliminando ogni forma di razzismo. Il giornalista Michèle Cotta ha fatto notare che nei suoi confronti è in atto un tiro al piccione, per via del suo cognome, anche se a differenza del padre non parla mai di Seconda Guerra Mondiale e di colonialismo.

Per quanto riguarda le minacce di Marine Le Pen di portare l’Europa fuori dall’euro, i suoi elettori potranno dormire sonni tranquilli: il processo verrà attivato solo dopo un referendum, come ha spesso dichiarato e dunque se la volontà del popolo francese sarà di mantenere la moneta unica, lei seguirà la volontà del popolo, non le proprie convinzioni.
Invitiamo dunque gli amati cugini francesi a votare per Marine Le Pen. È lei la scelta meno rischiosa e più rivoluzionaria, con lei al comando la Francia ritornerà una dinamo di libertà, di fratellanza e di uguaglianza nel rispetto delle proprie leggi millenarie.

Vive la France, Vive la République!

Angelo Paratico