Prefazione del Dr. Chris Brand al libro “La Sinistra Psicopatica” di Kerry Bolton

Presentiamo qui la prefazione, scritta da Chris Brand, al libro di Kerry Bolton “La Sinistra Psicopatica. Dalla Francia giacobina al movimento Occupy” tradotto e pubblicato dalla Gingko Edizioni di Verona. Si tratta di un libro storico che non mancherà di creare polemiche. La tesi di fondo di Bolton è che si sono pubblicati migliaia di studi per dimostrare l’intrinseca psicopatia della destra, ma nulla di organico si è mai pubblicato, a livello storico e scientifico, per esporre l’intrinseca psicopatia della gran parte dei padri del movimento comunista.
Si parte da Rousseau per arrivare sino ai nostri giorni, con Franco Basaglia, Vanessa Redgrave, la banda Badder Meinhof e quel Cohn-Bendit, in gioventù propugnatore della pedofilia come arma rivoluzionaria, che solo qualche mese fa ha rifiutato la nomina a ministro da parte del presidente francese Macron. Ecco qui l’introduzione.

C’era un tempo in cui tutti capivano di politica. I conservatori conservavano; i liberali liberavano; la sinistra gradiva le élite; la destra non gradiva i mediocri; i socialisti fornivano le truppe d’assalto e il denaro per raggiungere più rapidamente gli obiettivi più materiali e liberali, perlomeno per il lavoratore dell’industria; e gli uomini d’affari finanziavano forze liberal-conservatrici, come le chiese.
La seconda guerra mondiale ha dato una scossa terminale a questo felice sistema. La sinistra, infatti, aveva in gran parte sostenuto il pacifismo negli anni ’30 e aveva poi approvato il patto fra i nazisti e i sovietici del 1939-41. Così ha dovuto fare degli adattamenti quando la Russia e l’America furono trascinati in una guerra che alla fine vinsero. Il passato della sinistra nell’accettare il nazionalsocialismo doveva dunque essere dimenticato.
Come spesso è accaduto per la sinistra moderna, l’aiuto è stato presto trovato. L’apertura delle camere a gas naziste nel 1945 (che non ha eguali con nessuna altra rivelazione, quale quella degli algidi campi di sterminio in Siberia) ha fatto sì che si potesse dire che la guerra era stata combattuta a favore dei perseguitati ebrei contro l’antisemitismo (convenientemente trascurando il fatto che Stalin era un antisemita omicida quanto Hitler). Gli intellettuali ebrei, che erano sfuggiti dall’Olocausto, trovando rifugio in America e in Gran Bretagna, furono felici di prestarsi. Essendo, comprensibilmente, determinati a prevenire il ripetersi di simili persecuzioni, essi (in particolare la Scuola di Francoforte, trasferitasi in California) iniziarono ad analizzare (psicoanalizzando) ciò che loro rappresentavano come la destra – perché il nazionalsocialista Hitler doveva essere demonizzato, e i conservatori (la maggior parte dei quali non erano entusiasti di un’altra guerra contro la Germania) insieme a lui. L’analisi funzionerebbe come un sogno. L’idea di base fu che i conservatori erano un gruppo fondamentalmente nevrotico che necessita della mano pesante per contenere i loro disorganizzate spinte repressive. Hitler doveva essere trasformato in un modello di conservatorismo, anche se solo uomini come Churchill e Eysenck, liberali e conservatori, s’erano sacrificati per un decennio per opporsi a Hitler. Il fatto che Hitler avesse fatto bruciare per le strade di Berlino le opere di Freud (e di molti altri modernisti), o che le avesse vietate in altro modo, fu presumibilmente una testimonianza grafica dell’autoritarismo fondamentale della destra. La riluttanza dei conservatori ad accettare le richieste, forti nel del XX secolo, di realismo sessuale, stimolò il grande sostegno popolare per il primo comunismo nel 1917, contro l’autocrazia russa della chiesa e dello Stato. Ora doveva fornire le principali munizioni intellettuali contro la destra occidentale post-45. L’analisi dei conservatori padre-veneranti che sopprimono il sesso e che lottano per reprimersi, infliggendo così le loro nevrosi al mondo, ha avuto una risonanza che non ha eguali nella capacità dei conservatori di spiegarsi, per non parlare della loro inabilità di montare una contropropaganda. I conservatori americani lanciarono l’era McCarthy, ma questo ha avuto poca influenza intellettuale, soprattutto una volta che la Russia ebbe ottenuta la bomba atomica. E i conservatori britannici furono comprensibilmente riluttanti a cercare spiegazioni su come avevano permesso al Regno Unito di venir risucchiato in una guerra che alla fine fece fallire il Regno Unito e gli fece perdere il suo Impero.

Vanessa Redgrave

Eppure, anche la destra fu in grado di trovare un difensore. L’aiuto giunse dallo psicologo ebreo Hans Eysenck, nato e cresciuto a Berlino, dispregiatore di Hitler, e poi trasferitosi a Londra, il quale capì che quella sinistra della sua giovinezza era stata pienamente in sintonia con la psicopatologia della presunta destra. Nel 1954 provocò grande contrarietà attaccando le idee dell’élite liberale-sinistra britannica (un fastidio che alla fine gli costò il cavalierato). Eysenck cominciò a sostenere che la sinistra e la destra hitleriana avevano molto in comune. In particolare, nel loro materialismo e nella loro disponibilità alla violenza, erano “indifferenti ai mezzi” e privi della dolcezza dell’idealismo e dell’empatia. Anche se la sinistra è rimasta scioccata da questo confronto, Eysenck ha continuato a sviluppare la sua analisi – fu anche il primo a dimostrare una base genetica per tale tratto. Infine, Eysenck concluse che c’era (come aveva sospettato nel 1947) un tratto di psicoticismo che sottolinea l’idea della fermezza mentale e aggiunse alla sua famosa teoria della personalità (a lungo noto per le sue dimensioni di nevrotismo e di estroversione – su cui i suoi studenti si facevano, scherzosamente, il segno della croce). Negli anni ’90, Eysenck scrisse a lungo di Psicoticismo (P) – collegandolo soprattutto alla criminalità e alla paranoia, ma anche alla creatività nelle arti.

Ciò che fa questo libro di Kerry Bolton è fornire dettagli completi e divertenti sulla correttezza della comprensione psicometrico-psicologica di Eysenck. L’indagine, molto divertente di Bolton, utilizza le ultime informazioni biografiche su figure della sinistra come Marx, Marcuse, Manson, Maslow e Baader-Meinhof. Convincentemente, egli documenta gli orrori dei padre-odiatori e degli odiatori delle famiglie tipici dei leader di sinistra, i quali hanno agitato un’intera generazione, mentre essi stessi soffrono di psicosi (più spesso ‘bipolare’, cioè maniaco-depressiva) o almeno psicopatia narcisistica, che non di rado li porta al suicidio.
Simpaticamente, Bolton spiega anche la prossima contorsione nella saga di persone ad alto P di sinistra. Sì, non contenti di essere psicotici loro stessi, i contestatori degli anni Settanta si rivolsero addirittura a venerare la follia – considerando i folli come truppe d’urto nella loro battaglia contro l’autorità borghese oppressiva’ dei medici occidentali e delle compagnie farmaceutiche che li sostenevano. Stranamente, l’autore improvvisato di “La morte della famiglia” è caduto nella schizofrenia subito dopo aver scritto il suo manifesto contro la psichiatria e fu costretto a farsi curare dalla, sì, dalla propria famiglia.

Naturalmente, da quei tempi la sinistra (sempre più ingegnosa della destra) si è mossa per trovare nuovi sfruttati che potessero aiutare a sostenere la sua rivoluzionaria causa dell’odio della famiglia tradizionale. Si è presa il disturbo di portare in gioco le femministe delle “minoranze” femminili occidentali; e in particolare – mentre l’imborghesimento l’ha privata di ogni speranza di sostegno qualificato da parte della classe operaia – ha sostenuto le minoranze etniche (in particolare neri, ispanici, musulmani e persino palestinesi) e demonizzato gli oppositori come razzisti e pedofili. Un giorno, delle nuove biografie forniranno a un nuovo Bolton freschi dettagli di disturbi di personalità di questi “antirazzisti” e dei campioni alleati dei disabili e degli omosessuali. Ma nel frattempo le truppe d’urto della sinistra stanno riuscendo bene. Con l’aiuto di interessi imprenditoriali che hanno bisogno di multiculturalismo per sostituire quella forza lavoro, che il dominio della sinistra sulle scuole ha rovinato. Nel frattempo la sinistra domina su di un Occidente che ha smarrito i suoi scopi.
La lettura del libro La Sinistra Psicopatica aprirà gli occhi a molti. Le presunte nevrosi repressive della destra impallidiscono al cospetto della paranoia egoista e viziosa della sinistra (a volte assistita dal consumo di droga che porta a danni cerebrali). Che la destra non sia stata in grado di resistere a questa spazzatura di sinistra – passata in una generazione dal sostenere gli ebrei (ormai troppo di successo) al sostenere i loro arci-nemici musulmani – dovrebbe attirare l’attenzione di tutte le persone serie e dei politici. Come può la destra non essere riuscita a impedire la crescita di quegli stati socialisti in tutto l’Occidente, con politiche volte a riempirsi d’immigrati del terzo mondo per compensare il proprio fallimento nell’allevare eugeneticamente e nell’educare al massimo i propri giovani (ciascuno secondo le proprie abilità)?
Naturalmente, la destra non è riuscita ad adottare la nobile causa popolare e davvero moderna di sostenere l’amore, il sesso, il matrimonio tradizionale e la famiglia. Come la Chiesa che l’ha preceduta, è stata restia a incoraggiare le persone a seguire la loro forma preferita di società. Al contrario, ha sostenuto il liberalismo economico, che è caduto preda di schemi socialisti dei mutui subprime, esplosi essenzialmente nel 2008, dipendendo ora dai prestiti delle generazioni future. Probabilmente i cinesi che venerano le proprie famiglie spazzeranno via tutto davanti a loro mentre l’Occidente crollerà sotto quegli oneri ridicoli che gli psicotici della sinistra hanno contribuito a imporre.
Sono certo che questo libro permetterà al lettore un piacevole momento di ripensamento – una nuova possibilità d’accettare ciò che Eysenck iniziò a spiegare, accademicamente, nel 1954.

 

Dr Chris Brand,
Autore, ‘Il fattore g’ (1996/2000). Dipartimento di Psicologia, Università di Edimburgo (1970-97)