Una legione romana in Cina?

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La leggenda della legione romana finita in Cina riappare di tanto, provocando interessanti dibattiti fra gli storici. Scrissi un articolo in inglese su questo argomento, pubblicato nel febbraio del 2003 sul bollettino della Camera di Commercio Italiana di Hong Kong, e che finì poi in internet. Da lì spiccò il volo, diventando virale, come si usa dire, per riapparire in varie salse in molti blog, dove gli autori si guardano bene dal citare il mio nome, pur utilizzando le mie stesse parole.
Vediamo di riassumerne i tratti essenziali di questa intricata storia.
La battaglia di Carre – la biblica Harran – posta sul confine orientale della Turchia, fu combattuta nell’ultimo giorni di maggio del 53 avanti Cristo e si concluse con un disastro per l’esercito romano: sette legioni di otto coorti ciascuna, forti di circa trentacinquemila uomini, più ottomila ausiliari, furono umiliate e distrutte nel giro di poche ore da diecimila arcieri parti.
Il comandante dei romani era il sessantaduenne Marco Licino Crasso (era nato nel 114 a.C.) un uomo immensamente ricco ma smodatamente ambizioso di gloria militare. Durante la guerra civile era riuscito a guadagnarsi la stima di Silla, quando il 1 novembre del 82 a.C. si trovò a comandare l’ala destra dell’esercito romano, a difesa Roma nel fronteggiare i sanniti e i democratici romani che l’assediavano. Silla venne respinto ma gli uomini di Crasso prevalsero alla confluenza del Tevere e dell’Aniene, donandogli la vittoria. Nei giorni successivi a quella che divenne nota come la battaglia di Porta Collina venne condotta una vera e propria pulizia etnica dei sanniti, che uscirono definitivamente dalla storia. Negli anni successivi, con l’aiuto di Pompeo, Crasso condusse la sanguinosa repressione di Spartaco e dei suoi schiavi.

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La leggenda (o la storia) della legione romana finita in Cina