Un interessante articolo dall’economista Michel Santi. “7 Secoli di Tassi d’Interesse per prevedere il Futuro.

Riceviamo e pubblichiamo questo interessante articolo dall’economista e grande conoscitore di Arte Moderna, Michel Santi.

Postiamo alla fine delle immagini di libri da noi pubblicati che trattano simili argomenti.

700 anni di tassi di interesse per prevedere il futuro

I banchieri di Firenze – gli inventori della finanza moderna – imponevano un tasso di interesse a due cifre in cambio dei loro prestiti. L’usuraio Shylock, ne ‘Il mercante di Venezia’ di Shakespeare, si accontentava del 8%. Tuttavia, tale servizio del debito era sceso a circa il 4% all’inizio della prima guerra mondiale.

Ora è a zero, solo perché i risparmiatori non ricevono nulla in cambio. L’entità del calo del prezzo del denaro in questi ultimi secoli è stata spettacolare. Quindi, in effetti, la natura degli interessi richiesti dai Medici e dagli altri banchieri fiorentini non era dello stesso ordine di quelli imposti oggi dagli Istituti Finanziari, e questo è dovuto principalmente ai sistemi sociali fondamentalmente diversi da quelli del feudalesimo e del capitalismo. All’epoca, la fortuna degli aristocratici e del clero proveniva principalmente da oneri, tasse e pegni. Questi derivavano principalmente da raccolti, bestiame, cibo, corvè militare e vari altri compiti.

C’è una tendenza innegabilmente forte, come ha dimostrato uno studio approfondito svolto ad Harvard, che narra l’evoluzione dei tassi di interesse negli ultimi sette secoli, concludendo che vivremo in un mondo di tassi negativi diffusi sino alla metà di questo secolo. Questo prognostico è estremamente consequenziale – non solo nella gestione dell’economia post-COVID-19 – ma anche e soprattutto per il futuro del capitalismo. L’autore di questo saggio ne parla da diversi anni, dopo Larry Summers. Quest’ultimo prese tale idea da Alvin Hansen, facendo un’osservazione ovvia: il capitalismo così com’è attualmente non è più un generatore di crescita. Questa “stagnazione laica” di cui stiamo soffrendo, sostenuta da problemi demografici, produttività anemica e standard educativi in calo, peggiorerà notevolmente dopo la pandemia e porterà a un mondo di tassi negativi, molto probabilmente prima del tempo previsto dallo studio di Harvard.

La cinghia di trasmissione per questa ricerca della sicurezza finanziaria – l’idea anglosassone del “volo verso la qualità” – si farà sentire ancora di più dopo la crisi sanitaria. Le incertezze economiche post coronavirus si tradurranno in una significativa diminuzione dei rendimenti dei titoli di Stato delle nostre democrazie con economie integrate, perché queste presentano un rischio minimo di mancato pagamento. Pertanto, la corsa dei risparmiatori e degli investitori causerà un irreparabile spostamento dei nostri tassi d’interesse in un territorio inesplorato. Ciò li farà sprofondare definitivamente al di sotto della soglia di tasso zero. E non solo per la terza età, ma anche di chi cerca protezione e stabilità, dopo i tumulti senza precedenti degli ultimi mesi. Ma allora, come possiamo frenare, o almeno riorientare questo capitalismo verso una traiettoria doppia, che permetta sia l’aumento dei profitti per chi investe nell’economia, sia la riduzione dei nostri debiti?

Un visionario, Karl Marx, aveva teorizzato questo crollo a lungo termine del tasso di rendimento del capitale, e aveva previsto questa inevitabile erosione dei profitti per chi investe nei mezzi di produzione e quindi aveva anticipato che la crescita dell’economia reale sarebbe diventata insignificante. Come possiamo ora persuadere i fornitori di capitale ad assumersi i rischi accumulati – in altre parole, a riorientare una parte della loro abbondante liquidità verso il business, una volta che la fiducia è scomparsa? Oggi Marx ci direbbe di smetterla di essere ossessionati dal debito e di suggerire ai governi di imparare a convivere con livelli di deficit pubblico che sono permanentemente molto più alti del 100% del PIL, a patto che questi rimangano stabili.

Seguite Michel sul suo website: Michel Santi – https://michelsanti.fr/en

 

 

Copertina l'Economia Spiegata Facile

 

 

 

 

 

Esce PREDICHE NEL DESERTO. Il meglio di Paolo Barnard (2008-2013)

 

 

Potete già trovare nelle migliori librerie il libro Prediche nel Deserto. Il Meglio di Paolo Barnard (2008-2013) Gingko Edizioni, Verona, 384 pagine, ISBN 978-88-31229-15-9 Euro 19.

Ed è già disponibile anche in  ebook:

https://www.youcanprint.it/filosofia-politica/prediche-nel-deserto-il-meglio-di-paolo-barnard-2008-2013-9788831679794.html

Si tratta di una raccolta di articoli profetici scritti da Barnard a partire dalla fine del 2008 sino al 2013. Barnard è un grande filosofo radicale, polemista e un amicus veritas.

Paolo Barnard nei suoi articoli spazia in settori vitali della economia, sia a livello micro che a livello macro; dell’Europa unita e dell’Euro; della guerra in Medio Oriente, di Israele e della Palestina, scrivendo sempre con grande coraggio, con coerenza e senza mai concedere nulla a nessuno.

Pochi scrittori possono vantare virtù simili alle sue nel panorama giornalistico e filosofico italiano.