Confucio sulle Ferrovie Italiane

Confucio (551 – 479 a.C.) soleva ripetere che quando le parole perdono il proprio significato, una società decade. Per questo uno dei suoi temi centrali d’insegnamento fu detto della “rettificazione dei nomi”.

Vi sono vari passaggi nel suo Libro dei Detti Lun Yu nel quale questo suo concetto viene presentato e discusso, basti qui la sua celebre esclamazione: “Ah, un recipiente angolare senza angoli!”
Questo passo viene interpretato con il fatto che quel tal recipiente aveva perso la sua forma originaria ma aveva mantenuto il suo nome, che lo definiva appunto…angolare.

Pensavo a Confucio durante un recente viaggio in treno, su di una Freccia Rossa, fra Verona e Milano e ritorno. Dopo ogni stazione la voce registrata di una donna ripeteva: “Preghiamo i signori viaggiatori di abbassare il volume dei propri cellulari e moderare il tono della voce”.
Moderare il tono? E che vuol dire? Intende dire il volume della propria voce e non il tono?
Il termine tono deriva dal greco antico τόνος (tonos, dal verbo τείνω ovvero teinō, allungarsi) e in linguistica il tono è un atto caratterizzato dalla variazione dell’altezza del suono di una sillaba.
In alcune lingue del mondo, come il cinese, tailandese e vietnamita, il tono è distintivo, permette di distinguere parole per il resto omofone.

In italiano l’intonazione ascendente caratterizza le frasi interrogative, quella piana caratterizza le frasi assertive, mentre una curva discendente indica un comando.

Dunque, la moderazione del tono che ci vien richiesta dalle Ferrovie Italiane vorrebbe costringerci a non usare il tono ascendente e dunque non far domande?