Elezione dei parlamentari italiani all’estero

Il 4 marzo in Italia si vota per l’elezione di deputati e senatori, 11 giorni prima della naturale fine della legislatura, perché così ha decretato il Presidente Mattarella. Inoltre, si voterà anche per l’elezione dei governatori delle regioni Lombardia e Lazio.
Voteremo per l’elezione dei 630 deputati e dei 315 senatori elettivi della XVIII legislatura, seguendo una nuova legge elettorale denominata Rosatellum 2 (legge 165) approvata alla Camera il 12 ottobre e dal Senato il 3 novembre 2017, che prevede un sistema elettorale misto fra proporzionale (vedi appendice A) e maggioritario (vedi appendice B).
Il 37% dei seggi (232 alla Camera e 116 al Senato) è assegnato con un sistema maggioritario a turno unico in altrettanti collegi uninominali: in ciascun collegio è eletto il candidato più votato, secondo un sistema noto come first-past-the-post. Il 61% dei seggi (rispettivamente 386 e 193) sono ripartiti proporzionalmente tra le coalizioni e le singole liste che abbiano superato le previste soglie di sbarramento nazionali; il riparto dei seggi è effettuato a livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato; a tale scopo sono istituiti collegi plurinominali nei quali le liste si presentano sotto forma di listini bloccati di candidati.

Con il voto all’estero voteremo prima che in Italia, dato che il nostro è un voto per corrispondenza. Quindi, le schede elettorali ci arriveranno a casa verso il 14/16 febbraio.
I consolati e le ambasciate dovranno poi riceverle per posta e raccoglierle per farle poi arrivare in Italia, chiuse come le ricevono, ove verranno scrutinate assieme a quelle italiane.

Nelle circoscrizioni estero, all’Europa andranno 5 deputati e 2 senatori; al Sudamerica 4 deputati e 2 senatori; al Nord America 2 deputati e un senatore; ad Africa-Asia-Oceania un deputato e un senatore. Questi vengono assegnati con un sistema proporzionale e con l’assegnazione della preferenza.

Vale ancora l’impianto della Legge Tremaglia, dal nome del legislatore bergamasco che riuscì a modificare la Costituzione per permettere a milioni di italiani residenti fuori dai confini nazionali d’aver voce in capitolo nella formazione del parlamento nazionale. Mirko Tremaglia si rese conto che questa legge era imperfetta ma sperava in modifiche migliorative. Morto lui, queste modifiche sono arrivate, ma non nella direzione che lui auspicava: si trovano nel Rosatellum 2.

-Un emendamento presentato dal on.Maurizio Lupi, di Area Popolare, ha infatti aperto la possibilità a uomini politici residenti in Italia – che in teoria potrebbero non aver mai messo fuori piede dai confini nazionali – di presentarsi nelle circoscrizioni estere.
-Un ulteriore emendamento del on. Emanuele Fiano, del PD e che ci pare chiaramente incostituzionale, ha introdotto la regola che impedisce a un residente estero italiano che abbia ricoperto cariche politiche in un Paese estero negli ultimi 5 anni (lui avrebbe voluto 10 anni!) la possibilità di candidarsi in Italia. Dunque, se un italiano a Toronto o a Katmandu ha fatto parte di un consiglio comunale negli ultimi 5 anni, non potrà presentarsi alle elezioni politiche italiane. Tutto questo quando in Parlamento siedono sindaci e consiglieri che mantengono le proprie cariche.
-Altra limitazione per gli elettori all’estero è questa: potranno candidarsi solo nel collegio di residenza, pertanto un residente a Hong Kong non si potrà presentare in America o in Europa.

Un’ulteriore complicazione, naturale e non legislativa, per noi in estremo Oriente, sarà costituita dal Capodanno Lunare, che cadrà proprio dal 16 al 18 febbraio.
Questo impedirà la stampa di schede elettorali in loco, dunque dovranno essere spedite “prestampate” dall’Italia. Inoltre, molti dei residenti italiani in Cina, Singapore, Hong Kong e altre località solitamente approfittano di questa chiusura per portare “la moglie al mare” e dunque, rientrando nelle proprie abitazioni, troveranno le schede elettorali, ma potrebbero non riuscire a farle pervenire in tempo al proprio Consolato o alla propria Ambasciata.

All’estero potranno votare solo coloro che sono iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero). Unica eccezione vien fatta per chi risiede all’estero per più di 3 mesi, studenti e lavoratori, ma che hanno fatto richiesta di votare presso la propria temporanea residenza entro il 31 gennaio 2018.

 

DEFINIZIONI:

A) SISTEMA PROPORZIONALE

Si tratta di un sistema elettorale per il quale l’assegnazione dei seggi avviene in modo da assicurare alle diverse liste un numero di posti proporzionale ai voti avuti. Ciò di solito viene realizzato mediante la divisione del numero dei voti per il numero dei seggi da ricoprire, ottenendo così il quoziente elettorale, che costituisce il titolo per conseguire un seggio. I sistemi proporzionali possono dividersi in due gruppi: quelli che lasciano all’elettore la libera scelta dei nomi da votare oppure prevedano per la loro applicazione una lista di candidati prestabilita.

B) SISTEMA MAGGIORITARIO

Nel sistema maggioritario uninominale il territorio dello Stato è suddiviso in tante circoscrizioni quanti sono i seggi da ricoprire e viene eletto in ogni circoscrizione il candidato che ha ottenuto la maggioranza dei voti. La maggioranza richiesta può essere relativa, per cui è sufficiente che il candidato eletto superi ogni altro candidato di almeno un voto, o assoluta, per cui il candidato deve conquistare almeno la metà più uno dei voti. Quando è richiesta la maggioranza assoluta, talvolta si procede a una seconda votazione, ove gli elettori sono chiamati a scegliere tra i due candidati che al primo scrutinio abbiano ottenuto il maggior numero dei voti (ballottaggio). Il sistema maggioritario plurinominale attribuisce la vittoria alla lista che riporta il maggior numero di voti.