26 Maggio 2019. Elezioni poco democratiche in una Europa incompiuta

Mi trovo a Hong Kong per una vacanza e per sistemare alcune pendenze, dopo i miei 35 anni passati in questa ex colonia britannica, ora regione a statuto speciale della Cina popolare.
Purtroppo il mio viaggio a Hong Kong è coinciso con le elezioni europee e mi ero rassegnato al fatto che non potrò votare. Ieri sera stavo a cena a casa di amici, presenti anche una coppia composta da lei italiana e il marito di nazionalità olandese. A un certo punto il cittadino olandese ci ha detto di aver votato per posta al Parlamento europeo, causando grande costernazione fra tutti gli italiani presenti a tavola, che non potranno votare. Apparentemente ogni Paese europeo ha le proprie politiche di voto, nonostante sia presente a Hong Kong una de facto ambasciata della Comunità Europea. Per gli italiani le condizioni sono queste:

Si può votare se iscritti all’AIRE e se ci si trova temporaneamente in un altro Stato membro dell’UE. Bisogna aver inviato apposita domanda al Consolato competente prima del 7 marzo. Il voto all’estero per i rappresentanti italiani si esercita presso i seggi appositamente istituiti dagli Uffici consolari. L’elettore riceve a casa da parte del Ministero dell’Interno italiano il certificato elettorale, con l’indicazione del seggio presso il quale votare, della data e dell’orario delle votazioni.
Gli elettori italiani negli altri Paesi UE votano il 24 e 25 maggio 2019.
Se non ricevi al tuo domicilio il certificato elettorale, contatta il tuo Consolato di riferimento a partire dal 21 maggio 2019 per verificare la tua posizione elettorale.
Se il paese di residenza è fuori dalla UE non sarà possibile votare.
Gli italiani residenti in un altro Paese UE che intendano votare in Italia – in alternativa al voto all’estero – possono farlo nel Comune italiano nelle cui liste elettorali sono iscritti. Per questo è necessario comunicare questa intenzione al Sindaco del Comune entro il 25 maggio 2019 e presentare il certificato elettorale ricevuto per votare all’estero.

Dunque chi non risiede in un Paese CEE deve tornare in Italia per votare.
Questo è un fatto scandaloso e inaccettabile, il segno che l’Europa esiste compiutamente solo per la finanza, e che il voto per eleggere i rappresentanti al Parlamento non è davvero democratico. Il libero voto è il fondamento di ogni sistema democratico, ma questa limitazione per certi Paesi e per certi cittadini di quei Paesi è davvero uno scandalo.
Spero che con il nuovo Parlamento Europeo questa situazione venga normalizzata. Se si è trovato tempo per legiferare fin troppo in certi settori, finanza, agricoltura, protezione umanitaria ecc. come è possibile che non si è trovato il tempo per inviare una circolare a tutti i Paesi membri ordinando di predisporre il voto per tutti i propri cittadini, in Europa e nel mondo? Se esiste un’Olanda che permette a tutti i propri cittadini di votare, anche all’estero, perché può esiste un’Italia che limita selettivamente questo diritto/dovere dei propri cittadini?