Rivedersi dopo mezzo secolo, a Turbigo

La sera del 19 ottobre 2018, dopo mezzo secolo, presso la sede del Comune di Turbigo (Mi) abbiamo potuto riabbracciare un vecchio amico e compagno di classe. All’incontro ha partecipato anche il mai dimenticato Don Giancarlo.

Questo amico è Mario Saccone, ora residente a Rossano, in Calabria e autore del libro “Diario di un’ingiustizia. L’inutilità del male”. Pubblicato da Falco Editore di Cosenza.

Ringraziamo il Sindaco di Turbigo, Christian Garavaglia e l’assessore alla cultura, Marzia Artusi, per aver messo a disposizione una sala per la presentazione del libro di Mario.  E diciamo grazie agli amici Gilberto Azzimonti e Roseo Ferretti, che si son dati da fare per rendere possibile l’incontro.

 

Mario è nato a Centuripe (En) il 16 ottobre 1955 e poi si trasferì a Chivasso, con i genitori; arrivò a Turbigo nel 1964, adattandosi benissimo alla comunità locale che l’abbracciò e che ancora lo stima per la sua urbanità e cultura.
Dopo 9 anni a Turbigo, passò a Rossano nel 1973 – oggi Corigliano-Rossano – dove incontrò la moglie e dove trovò lavoro come vigile urbano. Nel 2002 fu assunto all’INPS e si diede da fare anche nel sindacato, facendo carriera in entrambe le organizzazioni.


La sua tranquilla vita fu terremotata il 19 ottobre 2012, quando dei finanzieri, alle 6 e 45 di mattina, si presentarono all’uscio di casa sua – con un elicottero che volava nel cielo di Rossano! – tirando giù dal letto la sua consorte. Mario era già fuori casa ma fu richiamato dalla terrorizzata moglie.
Gli recapitarono un avviso di garanzia per truffa e corruzione.  Dopo alcune settimane, che furono per lui terribili, seppe di essere stato indagato solo in base a delle insignificanti intercettazioni telefoniche di lavoro, presso al proprio ufficio. Ma per sua fortuna la sua innocenza fu provata dal solerte GIP che capì subito che le indagini del PM, relative a Mario e ad altri suoi colleghi, erano basate sul nulla. La notifica ufficiale di archiviazione gli arrivò solo due anni dopo. Eppure, la riscossa di Mario iniziò subito dopo la notifica dell’avviso di garanzia, con…la discussione della sua tesi di laurea in Storia Antica, avvenuta nel dicembre 2012, presso l’Università della Calabria.

Dobbiamo ammettere che la sua kafkiana vicenda ci ricorda un po’ quella di Enzo Tortora, anche se gli fu risparmiata l’onta del carcere.

Il suo libro è una riflessione sul funzionamento della macchina della Giustizia in Italia ma anche della potenza dell’informazione, che sfrutta i casi eclatanti per fare audience, senza curarsi della dignità delle persone coinvolte, messe alla gogna, prima di una sentenza.

Mario ha presentato il suo coraggioso libro in maniera molto diretta ed emotiva, alzandosi in piedi e rimarcando con le mani le proprie parole. La comunità turbighese si è commossa e lo ha abbracciato con calore, come un proprio figlio perduto e ritrovato.

 

Quale miglior candidato di lui per il titolo di “Turbighese dell’anno per il 2019”? Speriamo che la Pro Loco di Turbigo si ricorderà.