Demone, non Dio – Un libro che mostra, numeri alla mano, dove stiamo andando

Questo libro, scritto da un cittadino americano vicino al partito Repubblicano mostra, con dati e studi alla mano, in che direzione la nostre società si stanno evolvendo. Un futuro da schiavi decerebrati attende i nostri figli?

Le spire del Neoliberismo stanno soffocando la crescita e lo sviluppo delle nostre società. Stiamo annegando in un mare di melassa velenosa. L’autore di questo libro ha preferito l’anonimato per non essere fatto bersaglio di feroci critiche e di accuse. Non è un caso che questo libro sia stato proibito su Amazon, nella sua versione originaria in inglese.

La versione italiana è ancora disponibile, per ora, su Amazon e l’uscita in libreria è attesa per il mese di febbraio del 2021.

Amazon.it: Demone, Non Dio: Il Liberalismo e la distruzione dell’Occidente – Radius, Luca – Libri

 

 

 

Movimenti Occulti e Sovversivi

Il nuovo ordine mondiale descritto in un nostro libro. Viganò avverte Trump!

Movimenti Occulti e SovversiviL’elogio di Trump a Viganò, il vescovo che vuole le dimissioni del Papa, per una lettera su virus e Floyd

«Leggetelo tutti»: il Tweet del presidente Usa all’ex nunzio che considera l’emergenza Covid e le proteste per George Floyd un complotto dei «figli delle tenebre» per instaurare «un Nuovo Ordine Mondiale»

«Così onorato dalla lettera incredibile dell’arcivescovo Viganò per me. Spero che ognuno, religioso o no, la legga!».

Questo è il tweet postato nella notte da Donald Trump per lodare l’ex Nunzio pontificio negli USA, Carlo Maria Viganò — ora in pensione che già nel 2018 chiese le dimissioni di Francesco e nel frattempo lo ha accusato, tra le altre cose, di essere «dalla parte del Nemico», cioè Satana, e guidare con un «falso magistero» una Chiesa che vuole essere «braccio spirituale del Nuovo Ordine Mondiale e fautrice della Religione Universale» per rendere concreto «il piano della Massoneria e la preparazione dell’avvento dell’Anticristo».

«Signor Presidente, stiamo assistendo in questi mesi al formarsi di due schieramenti che definirei biblici: i figli della luce e i figli delle tenebre».

La sua tesi è che l’ ondata di proteste dopo la morte di George Floyd abbia mostrato che nella società convivono «due realtà contrapposte, eterne nemiche come eternamente nemici sono Dio e Satana», ovvero «la stirpe della Donna e la stirpe del Serpente». A proposito delle manifestazioni «Black Lives Matter», l’arcivescovo scrive: «Pare che i figli delle tenebre — che identifichiamo facilmente con quel deep state al quale Ella saggiamente si oppone e che ferocemente le muove guerra anche in questi giorni — abbiano voluto scoprire le proprie carte, per così dire, mostrando ormai i propri piani».

La teoria della cospirazione risale all’emergenza Covid, definita da lui «una colossale operazione d’ingegneria sociale» nella quale «vi sono persone che hanno deciso le sorti dell’umanità, arrogandosi il diritto di agire contro la volontà dei cittadini e dei loro rappresentanti nei governi delle Nazioni». Secondo Viganò «è di tutta evidenza che il ricorso alle proteste di piazza è strumentale agli scopi di chi vorrebbe veder eletto, alle prossime presidenziali, una persona che incarni gli scopi del deep state e che di esso sia espressione fedele e convinta». Perciò «non stupirà apprendere, tra qualche mese, che dietro gli atti vandalici e le violenze si nascondono ancora una volta coloro che, nella dissoluzione dell’ordine sociale, sperano di costruire un mondo senza libertà: Solve et coagula, insegna l’adagio massonico».

L’arcivescovo ne ha anche per la Chiesa fatta di preti pedofili radicati nella macchina vaticana: «Come vi è un deep state, così vi è anche una deep Church che tradisce i propri doveri e rinnega i propri impegni dinanzi a Dio».

Martedì, dopo la dura repressione contro i manifestanti intorno alla Casa Bianca, Trump si era fatto fotografare e filmare con la moglie davanti alla statua di Giovanni Paolo II nel Santuario nazionale di Washington dedicato a Wojtyla e costruito dai Cavalieri di Colombo, potente e ricchissima organizzazione cattolica di stampo conservatore. L’arcivescovo di Washington Wilton D. Gregory, primo pastore afroamericano nella storia della capitale americana, nominato da Francesco l’anno scorso, aveva reagito con durezza: «Trovo sconcertante e riprovevole che qualsiasi istituzione cattolica accetti di essere manipolata e che di essa si faccia cattivo uso in maniera da violare i nostri principi religiosi, che invece ci chiamano a difendere i diritti di tutte le persone, anche di quelle con le quali possiamo non essere d’accordo». Di lì a poco, Viganò aveva definito Gregory un «falso pastore».

Così Viganò scrive nella lettera a Trump: «È sconcertante che vi siano vescovi – come quelli che ho recentemente denunciato – che, con le loro parole, danno prova di essere schierati sul fronte opposto. Essi sono asserviti al deep state, al mondialismo, al pensiero unico, al Nuovo Ordine Mondiale».

Un appello di Viganò dai toni analoghi — l’emergenza Covid vista come un «pretesto» per «ledere i diritti inalienabili dei cittadini» —un mese fa è stato pubblicato con le firme del cardinale Gerhard Ludwig Müller (ex prefetto della Dottrina della Fede) e Joseph Zen (vescovo emerito di Hong Kong, il più tenace oppositore della resa del Vaticano nei confronti della Cina) e anche del cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto divino, già al centro delle polemiche per il libro scritto «a quattro mani» con Benedetto XVI, che ha poi ritirato il sostegno.

Consigliamo a tutti i lettori interessati di leggere il libro di Kerry Bolton, recentemente pubblicato in italiano, nel quale viene sostenuta la tesi esposta da Viganò, con dati e circostanze storiche.

Elezioni all’estero e il Deep State

Il termine inglese “Deep State” è molto di moda in questi giorni. Indica uno Stato entro lo Stato, nel quale delle forze nascoste non rispondono più alla parte emersa e visibile del governo, ovvero al Parlamento e ai partiti, bensì a forze oscure, che perseguono proprie strategie e obiettivi diversi da quelli pubblici.
I nostri antenati romani, che se ne intendevano, il Deep State lo chiamavano “imperium in imperio” e “status in statu”.
Il Deep State influenza subdolamente la stampa e i media, controlla Facebook e Twitter, paga taluni giornalisti perché diffondendo notizie che diventano virali, al fine di distrarre l’opinione pubblica, per dirigerla su binari morti, su nozioni confuse e secondarie, su pettegolezzi, su falsi eroi, convincendoci di stare dalla parte giusta e che ci troviamo a vivere nel migliore dei mondi possibili. Un esempio recentissimo è quello di Cambridge Analitica, che viene accusata di aver causato, quasi per un accidente, l’elezione di Trump, quando in realtà pare essere vero proprio il contrario, essendo un chiaro caso di bue che dà del cornuto all’asino. Obama e Hillary, infatti, avevano fatto ampio uso di questi servizi di raccolta dati, ben prima di Trump.
Questo Deep State nella sua essenza pare familiare a noi italiani. Sappiamo dei grossi burocrati, i “culi di pietra” nella macchina governativa che fanno ostruzione selettiva su certe leggi che non gradiscono, oppure certi cartelli industriali o finanziari che paiono muoversi seguendo proprie leggi. Ne abbiamo visto un esempio pochi giorni fa con il cartello sui prezzi creati dalle società telefoniche sulle bollette, questo spiega perché pur essendo dei veri e propri maestri d’inefficienza, continuano a macinare profitti a dispetto della insoddisfazione dei propri clienti, che si trovano intrappolati in viziosi circoli burocratici dai quali non v’è redenzione o salvezza. Due nomi fra i tanti: per la telefonia TIM, e per i servizi bancari, Intesa-SanPaolo, che con l’assorbimento di due banche venete per 1 euro viene dipinta come salvatrice della Patria. Il Deep State ha convinto tutti di questo, accusando allo stesso tempo Gianni Zonin d’essere un ladro e un profittatore, quando in realtà se al posto di un Padoan ci fosse stato un Tremonti, oggi le due banche venete sarebbe ancora vive e vegete e noi non staremmo qui a parlarne.
Esiste un altro esempio di Deep State che s’è messo in moto recentemente: quello del voto all’estero e al quale ho avuto la ventura di partecipare, perdendo tempo e denaro nella circoscrizione Africa, Asia, Oceania e Antartide.
Ebbene, durante la campagna elettorale s’avvertita la presenza costante di una macchina che agiva nel sottosuolo e che se la rideva dei nostri dibattiti, delle discussioni e dei ragionamenti pubblici, e che poi era emersa dalle viscere della terra, il 4 marzo 2018, determinando gli esiti finali del voto.
Le Iene e qualche giornale ne hanno parlato e hanno descritto tale mostruosa talpa, ma scalfendone solo la pelliccia, parlandoci di schede non arrivate o rubate dalle cassette della posta, di voti di morti e di sottili ricatti ai pensionati fatti dai patronati. In realtà il Deep State delle elezioni all’estero controlla gli esiti finali attraverso meccanismi ben più sofisticati, e non è legato a un solo partito, anche se nella mia circoscrizione, in Australia, dove si concentra la maggioranza di italiani aventi diritto al voto, le forze di sinistra hanno raggiunto il 54%. Una evidente anomalia!
Approfittando del fatto che il voto postale non dà garanzia di segretezza e seguendo un copione già scritto, a livello di territorio e nel luogo dello spoglio, la bolgia dantesca di Castelnuovo di Porto, il Deep State ha compiuto la propria missione.
Il risultato finale dello spoglio non è ancora noto, a 20 giorni dal voto, eppure gli eletti all’estero già siedono in Parlamento, come se nulla fosse. Quanti fra di noi lo sanno e si scandalizzano per questo fatto? Nessuno lo sa, o se lo ricorda, o ci pensa!
Ci troviamo davanti a uno scandalo da repubblica delle banane, non alla nascita di una nuova repubblica, come ama profetizzare Luigi Di Maio, perché a noi questa pare essere la riedizione del peggio della precedente.
I nostri padri, usciti dalla guerra e dalla povertà, ne sarebbero rimasti scandalizzati, eppure oggi non si scandalizza più nessuno, questo è il segno evidente che il Deep State ha già vinto.

Angelo Paratico